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Oltre 29° Celsius…Speriamo in tartarughe marine maschi

di Isabel de Maurissens

Quest’anno la 50°giornata mondiale della Terra celebrata in 192 paesi nel mondo, che si è svolta il 22 aprile, ha dedicato ampio spazio al tema del cambiamento climatico. Per chi dubita o semplicemente ha difficoltà a visualizzare o vuole discutere con i suoi alunni le conseguenze di +1,5° grado Celsius sul riscaldamento della terra (il valore della temperatura medio globale rispetto al periodo preindustriale che chiede la Convenzione di Parigi), può essere efficace immaginarsi di essere su una spiaggia vicino alla barriera corallina e assistere alla nascita di piccole tartarughe insabbiate dalla madre e vedere la loro istintiva e meravigliosa corsa verso il mare. Ma cosa succede se le tartarughine dovessero essere tutte femmine? Eh già…questo è uno scenario possibile perché le tartarughe maschi per venire al mondo hanno bisogno di una temperatura di incubazione più bassa rispetto ai 29° Celsius e ormai siamo addirittura a 30,5°. 

E’ questa una delle tante storie raccontate da Francesca Buoninconti, naturalista ornitologa e autrice di “Senza confini” (Codice 2019) andata in onda su Radio3 Scienza, Speciale Giornata della Terra, 22 aprile 2020.

È così delicato l’equilibrio della vita sulla Terra che anche uno scenario di aumento di temperatura di un solo grado e mezzo, può provocare conseguenze che vanno al di là della nostra immaginazione e toccano tutte le dimensioni della vita, inclusa quella umana. 

Come per le tartarughe marine. 

David Quammen nel suo volume profetico Spillover, l’evoluzione delle pandemie (Adelphi, 2014) aveva già evidenziato qualche anno fa come possibili pandemie fossero legate all’intervento dell’uomo sull’ambiente. Oggi questo suo libro è tornato prepotentemente all’attenzione dei media. Nella recente intervista della giornalista Barbara Gallavotti a Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia e membro del Club of Rome, lo scienziato sottolinea come effettivamente il rischio di zoonosi (trasmissione delle malattie dagli animali all’uomo) sia oggi considerata dagli epidemiologi e virologi come la più grave minaccia nei confronti dell’uomo. 

“Abbiamo mancato nel custodire la Terra, nostra casa-giardino” e occorre “ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra”. “Come possiamo dunque ripristinare un rapporto armonioso con la Terra e il resto dell’umanità?”. Sono questi alcuni degli interrogativi che oltrepassano il messaggio religioso posti anche da Papa Francesco, attraverso l’Enciclica Laudato Sì, successivamente con l’esortazione apostolica postsinodale Querida Amazzonia  e di recente con l’udienza generale dedicata alla 50° giornata mondiale della Terra del 22 aprile. 

Nel suo messaggio Papa Francesco afferma che “come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune, pensando ad un solo mondo, ad un progetto comune”. È dunque responsabilità di tutti “collaborare come comunità internazionale per la protezione della nostra casa comune” e compete alle “autorità guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti Climatici a Glasgow (Regno Unito).” 

Accanto al messaggio di ispirazione religiosa, risuona armoniosa la “Preghiera civile” Mai più come prima, formulata da alcuni scienziati, sociologi, economisti, giuristi, filosofi ecc in cui si afferma che” la Terra è un macro-organismo vivente in cui tutto si tiene: biologia, ecologia, economia, istituzioni sociali, giuridiche e politiche. La salute di ciascun individuo è interconnessa e dipendente dal buon funzionamento dei cicli vitali del pianeta. “Non c’è alcun “nemico invisibile”, tantomeno imprevisto e sconosciuto che ha dichiarato guerra al genere umano. Nessuna “catastrofe naturale” e nessun “castigo di Dio” si sono abbattuti su di noi. Al contrario è il sistema economico dominante che provoca un progressivo deterioramento dei sistemi ecologici, l’estinzione di massa delle specie viventi, il surriscaldamento del clima. Il documento prosegue con 17 punti che secondo i firmatari sono necessari per immaginare un futuro diverso e sostenibile. 

Nell’intervista ad uno dei firmatari, l’economista sociologo Tonino Perna, si fa anche riferimento al linguaggio che spesso viene usato in questo tempo di pandemia in riferimento alla metafora soggiacente della guerra: guerra bianca, Piano Marshall, economia di guerra, didattica di trincea. Alla domanda del giornalista, Perna risponde che sarebbe piuttosto necessario il linguaggio della scienza e cioè il linguaggio della cura. 

Il report Sustainability in the digital age, del Futurearth, research, Innovation, sustainability cita: “L’umanità oggi è interconnessa e dipendente da entrambi i mondi digitale e naturale”. Il centro per la sostenibilità nell’era digitale lavora per sfruttare le opportunità di questa intersezione per guidare i cambiamenti dei sistemi trasformativi necessari per costruire un mondo sostenibile, sicuro per il clima ed equo.

Immagine tratta dal sito Futurearth

 

Nell’ambito dell’iniziativa di Indire “Le reti Avanguardie educative, Piccole Scuole e eTwinning a supporto dell’emergenza sanitaria” è in tutta coerenza il messaggio di Michela Mayer, responsabile Educazione IASSItalian Association for Sustainability Science che nel suo webinar del 16 aprile, sollecita la scuola non solo a studiare il passato, ma anche a porre l’attenzione progettuale sul futuro. Tutto questo usando sia il forecasting, la ‘previsione’ di futuro basata sui dati oggi disponibili, ma affiancando ad esso anche l’approccio di backcasting, ovvero partendo da una descrizione del futuro che si vuole costruire e, mediante un percorso a ritroso, risalire ai passi necessari perché questo futuro si realizzi (Robinson, 1982).

Mentre il primo accetta lo ‘status quo’ e cerca di prevederne l’andamento, in maniera più o meno ‘oggettiva’, il backcasting definisce creativamente, sulla base di valori espliciti, un futuro desiderabile e sostenibile, e cerca di individuare le politiche e le tecnologie che possano contribuire alla sua realizzazione, prendendo in considerazione possibili ostacoli ed imprevisti, controllando e modificando, se necessario, i passi ancora da fare. Ed è proprio in fin dei conti quello cui sono giunti tutti i paesi che nel 2015 hanno firmato la risoluzione ONU Agenda 2030,  grazie ad un lavoro internazionale durato molti anni fondato anche grazie ai risultati della famosa Conferenza di Rio 2012  “The future we want”

Occorre dunque ripartire dai valori della sostenibilità per permeare tutte le discipline. Se è vero che la base della cosiddetta wedding cake (fig. 1, una rilettura creativa delle relazioni tra gli SDGs dell’Agenda 2030 che pone alla base proprio i goal che riguardano la biosfera (Goal 6, 13 14, 15) e cioè il Sistema Terra di cui si celebra oggi metaforicamente l’anniversario, è anche vero che la stessa torta la possiamo idealmente rovesciare e considerare la partnership per gli obiettivi (Goal 17) come base per raggiungere gli altri obiettivi. 

 

Fig 1. Johan Rockström and Pavan Sukhdev Illustration: Azote for Stockholm Resilience Centre, Stockholm University

In occasione del cinquantenario di #Earth Day del 22 aprile, il Museo Nobel di Stoccolma ha ospitato Greta Thunberg per una conversazione con lo scienziato Johan Rockström del Potsdam Institut di Berlino, l’ideatore della wedding cake, oltre che uno dei più eloquenti scienziati della sostenibilità, sui temi di #coraggio, #solidarietà e #opportunità da focalizzare in questo contesto di crisi. L’intervento si è concentrato sulle due sfide che l’umanità deve affrontare: la pandemia e la lotta contro il cambiamento climatico che secondo lo scienziato sono intimamente interconnesse e costituiscono “un cocktail risk”. Greta Tunberg, non diversamente dagli scienziati firmatari della Preghiera Civile sopra citata, sostiene che dobbiamo ripensare e riadattare il nostro mondo, così diverso solo da quello di due settimane fa. 

Ecco quindi che mai come prima, l’educazione civica e l’educazione allo sviluppo sostenibile sono importanti per capire e agire nel mondo di domani, il mondo che vogliamo. Tutte le occasioni e risorse sono da cogliere in questa prospettiva. 

Altre risorse : 

  • Il corso gratuito sulle tematiche del cambiamento climatico organizzato dalla School Education Gateway’s Teacher Academy che inizierà il 27 aprile 2020. 
  • Oltre 250 video e contributi interattivi di tutti gli enti pubblici di ricerca italiani disponibili attraverso un’unica piattaforma di Indire che censisce molte risorse sulla scienza e la ricerca per la scuola: fisica e astrofisica, spazio, ambiente, natura, tecnologia, matematica, scienze umane e sociali, innovazione e risparmio energetico e tutto quanto può essere compreso nella definizione di ricerca scientifica a disposizione di insegnanti e studenti che in questo periodo si sono organizzati con la didattica a distanza, ma anche delle famiglie che li supportano. 
  • Le risorse per l’apprendimento di ASviS, incluse quelle relative alla questa giornata dedicata alla Terra, e nell’ambito dell’iniziativa mondiale del Earth day: One people one planet,  “Obiettivo 2030”. 
  • I video di della conferenza di apertura di Didacta 2019  P come di Pianeta che ha ospitato tra gli altri, Gianfranco Bologna e Michela Mayer.